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G o s h i n d o  
 
           
      M° Renshi Alberti Emiliano  
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Il Goshindo si prefigge lo scopo dell’acquisizione della piena e perfetta capacità di autodifesa da ogni pericolo, attraverso il raggiungimento delle condizioni fisiche e mentali ottimali da parte dell’individuo.
Attraverso uno specifico e costante allenamento si perseguono tre obiettivi fondamentali, che costituiscono la base primaria della difesa personale:
Previsione del pericolo – Capacità di sottrarsi alle aggressioni evitando il pericolo – Capacità di difendersi efficacemente dal pericolo in qualsiasi circostanza.
Occorre tenere ben presente che, ogni qualvolta si ingaggia un combattimento, una lotta, possono verificarsi soltanto due eventualità – quella in cui si vince e quella in cui si è perdenti.
Considerando peraltro che, a volte, con la sconfitta si rischia di perdere la vita, il Goshindo insegna soprattutto a non perdere, attraverso due fondamentali scelte soggettive di ogni individuo e cioè – evitando lo scontro, la lotta, il combattimento oppure intervenendo, solo ed esclusivamente, quanto ne ricorra l'assoluta ed inconfutabile necessità.
Per raggiungere tanto, il Goshindo si preoccupa di formare il praticante, attraverso una serenità interiore che gli consente di sviluppare opportunamente le alternative che si presentano preservando in ogni caso se stessi dal pericolo e contribuendo, attraverso l’esercizio fisico, a tenere ben lontano il pericolo più importante – la malattia.
Il Gochindo è, quindi, inteso come dimostrazione di vita sana, serena ed altruista.
 

Per difendersi dal pericolo è necessario, anzitutto, essere coscienti, sentirlo, conoscerlo e, di conseguenza, essere in grado di prevenirlo.
E’ indispensabile, pertanto mantenere il controllo di sé stessi e delle proprie reazioni, a volte impreviste perché generate a livello inconscio anche nelle situazioni più estreme e disperate.
Da tutto ciò deriva che dobbiamo conoscere noi stessi, essere coscienti dei nostri limiti e delle nostre possibilità di reazione, sia in agire che in non agire.
Attraverso lo studio del proprio corpo, della propria mente e delle proprie sensazioni si può raggiungere quel benessere psico-fisico quella tranquillità interiore che ci consente di affrontare ogni tipo di avversità e superarla.
Conoscere se stessi significa, in ultima analisi, conoscere anche l’avversario ed essere in grado di vincerlo.
Con la pratica del Goshindo sono sollecitate e sviluppate oltre la previsione del pericolo, la strategia e tattica avvalendosi di tutti i mezzi qualora si sia costretti ad accettare il combattimento con l’avversario, la reazione e scelta di tempo in grado di neutralizzare ogni mossa, ogni spostamento, ogni attacco con una reazione che preveda la strategia e la tecnica più appropriata ed una precisa scelta di tempo che diventa estremamente efficace nel momento in cui si riesce ad essere tempestivi, la quale dipende a sua volta da come si riesce ad intuire in anticipo le intenzioni dell’avversario.
La capacità di sentire il pericolo, la strategia e la tattica devono prima di tutto servire per evitare la lotta e successivamente per il confronto fisico. La Tecnica invece fornisce i mezzi per difendere se stessi. Per realizzare ciò bisogna tendere sempre ad un livello di preparazione più alto, mezzo per acquisire quella tranquillità interiore e quella fiducia in sé stessi che insieme alla capacità di sentire il pericolo, agire con strategia e tattica, di reagire con perfetta scelta di tempo, forgiano l’autocontrollo indispensabile a superare ogni pericolo.
La coscienza, infine, delle capacità raggiunte da al praticante l’equilibrio psichico e la serenità di spirito necessari per vincere senza combattere ogni confronto, scopo ultimo del Goshindo e di ogni arte marziale.
 
                       
                       
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    Pensieri del Maestro Hiroshi Shirai
Sulla “via del GOSHIN”

   
                       
  1.
E’ importante mantenere sempre vivo lo spirito di lotta. Non è sufficiente praticare la tecnica. Bisogna avere sempre l’atteggiamento di chi è pronto alla lotta. Questo perché il pericolo è sempre in agguato, sia che si tratti di un disastro naturale sia di una semplice malattia o un incidente.
Anche il comportamento negativo di qualcuno che ci sta vicino può diventare causa di pericolo.
 
  2.
Non bisogna avere un atteggiamento di disattenzione nei confronti del potenziale pericolo: Nel caso di distrazione e di disattenzione verso un pericolo, si parte già in svantaggio perché è come se si fosse rinunciato a priori ad organizzare una difesa o una reazione.
Un atteggiamento di disattenzione verso il pericolo non permette l’attivazione dell’energia interna (KI) che ognuno di noi possiede. In questo caso il pericolo se prende forma e cresce non è imputabile alla fatalità o al caso, bensì potremmo sostenere che sia stato alimentato da noi stessi.
E’ importante anche imparare dagli incidenti che accadono ad altri. Non si deve pensare “a me non succederà mai”, perché se è successo ad altri può succedere anche a noi. Questo pensiero ci deve accompagnare per essere sempre attenti.
 
  3.
Kyo è il termine giapponese per indicare uno stato di squilibrio fisico e mentale. Se il pericolo, un incidente o un’aggressione ci trovano in stato di Kyo questo può diventare fatale. Anche un colpo di media forza può causare un trauma grave, nel caso in cui chi lo riceve si trovi in stato di Kyo.
Masaka in giapponese significa “impossibile”; pensare “Masaka” è come dire “questo che vedo, che è accaduto e che può accadere non accadrà a me”. Quest’atteggiamento può generare in noi un eccesso di fiducia nelle nostre capacità e trasformarci da “preparati” in “sprovveduti”.
 
  4.
Quando si parla di Goshin (autodifesa) è importante l’uso della mente. L’allenamento del corpo attraverso la pratica della tecnica non può bastare.
Capire il pericolo e anticiparlo permette di neutralizzare il pericolo, ad esempio eliminandone la causa prima che si possa produrre l’effetto (deai).
Capire il pericolo e anticiparlo permette di evitare il pericolo, ad esempio sottraendosi alla situazione di pericolo anche con la fuga (kawashi – schivata).
Non di deve arrivare ad usare “calcio o pugno”, ovvero ad utilizzare la tecnica; si deve invece continuare al allenare la mente come indicato precedentemente.
Goshin, come autodifesa moderna, è questo.
Vivere con quest’atteggiamento è Via di Goshin (Goshindo).
 
  5.
Quando siamo in uno stato di pace, di tranquillità, di felicità molto elevato, questo può provocare una condizione di grande Kyo e diventare un momento di pericolo. E’ proprio in tali situazioni che bisogna aumentare il proprio atteggiamento di Goshin.
 
  6.
Maemuki è di un uomo che vive “guardando avanti”, che va diretto verso la sua direzione con determinazione.
Quest’uomo sa che per proseguire verso quella direzione spesso dovrà rinunciare ad altro, fare sacrifici e dovrà continuare a lottare.
Quest’uomo quando si trova in una condizione difficile non imbroglia, lotta seriamente e correttamente e continua sulla sua strada.
Quest’uomo viene apprezzato da chi lo guarda perché ha un forte carattere e ha lo spirito di difendere sé stesso. Questo spirito forte infonde fiducia anche in chi è più debole. Pertanto quest’uomo oltre a difendere sé stesso difende anche chi gli sta vicino.
Ci sono uomini e donne che sanno sfruttare al massimo le propria caratteristiche: per chi è forte e utilizza al massimo la sua forza, per chi è intelligente e utilizza al massimo la sia intelligenza non è importante la conoscenza della forma e della tecnica. Infatti questa è la capacità di applicare la propria natura e dare il massimo: questo e è Goshin.
 
                       
  7.
Da quando ci si sveglia alla mattina, sino a quanto si va a riposare alla notte, ci si può trovare più volte in una condizione di pericolo anche mortale.
La capacità di riconoscere queste situazioni e di sapere quante volte si sono presentate è il primo passo di Goshin. Assolutamente non bisogna dimenticare questa cosa.
 
  8. Si deve sviluppare la propria capacità di apprendere da quello che di negativo ci accade intorno, studiando la migliore soluzione che potremmo applicare nel caso ci trovassimo personalmente coinvolti in una simile situazione.  
  9. Quando ci si trova in situazioni di profondo dispiacere, così come nella fatica e nell’ira, il vero segreto è quello di non fare vedere agli altri questo stato d’animo e sorridere.
Avere questa forza di spirito (Fudoshin) permette di tenere questo comportamento. Anche questo è Goshin.
 
  10.
Narrai è abitudine. Ripetere un’azione molte volte fino a raggiungere un comportamento abitudinario può portare ad uno stato di Kyo.
Altrettanto, il pericolo si può presentare nel caso opposto, in cui la non conoscenza di quel pericolo induce ad un comportamento di superficialità
 
  11.
Esiste sempre una posizione ottimale. E’ importante sapere riconoscere dove si possono creare posizioni sfavorevoli e dove invece ci sono posizioni con minore pericolo.
Questa è una situazione che non si deve mai sottovalutare.
 
  12.
Goshin infine è saper riconoscere “che cosa si deve difendere”. Qual’è il valore e l’idea che si deve difendere in quel preciso momento.
Con questo atteggiamento chi pratica Goshindo affronta con amore e lealtà il confronto con i compagni nel dojo e con tutti nella vita quotidiana.
Goshin è consapevolezza di conoscere gli altri e conoscere sé stesso. Sapere in ogni momento “che cosa fare e come farlo”, anche in presenza di grandi difficoltà.
 
  13.
In sintesi. Attivazione fisica ed energia mentale portano all’equilibrio che permette di prevedere il pericolo, decidendo la strategia e la tattica d’azione conseguente. Evitare situazioni di Kyo e scegliere la migliore posizione.
Seguire la propria strada con forza e spirito, riconoscendo i valori per i quali si deve lottare.
Questo è Goshin
 
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